La città perduta dei templari by C. M. Palov

autore:C. M. Palov [Palov, C. M.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Mystery & Detective, Historical, General, Thrillers
ISBN: 9788854140530
Google: C6xpPNJ5_4wC
editore: Newton Compton editori
pubblicato: 2012-03-08T12:55:41+00:00

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«Cristo in croce!». Per poco Finn non saltò dalla sedia. «Se credi di poter trovare il Santo Graal vuol dire che ti si è fuso qualcosa in quel tuo cervello britannico!».

«Ti ringrazio per questa tua straordinaria manifestazione di solidarietà», rispose imperturbabile Cædmon, per niente sconvolto dai commenti di Finn.

«Ti rendi conto che cercare il Graal è come tentare di rimettere dentifricio nel tubo? Non accadrà. E non hai visto il film? Indiana Jones c’è arrivato prima di te», lo schernì Finn, cominciando a pensare che forse Cædmon aveva bisogno di una botta in testa con un manganello. Rimedio estremo? Forse, ma non avrebbe saputo che altro proporre per farlo rinsavire.

«Hai idea di cosa sia capace di fare questa gente?», in piedi e a braccia conserte Aisquith guardava Finn con condiscendenza, come un maestro che sta cercando di insegnare qualcosa all’ultimo della classe.

«Sì, lo so... hanno macellato due miei amici e credo di sapere a cosa vado incontro», si portò la lattina alle labbra e bevve quel che vi restava.

«E prima ancora hanno macellato diciassette milioni di persone innocenti».

«Cædmon, ci hai pensato bene?», chiese Kate che fino a quel momento era rimasta in silenzio... probabilmente sotto shock. «La Fondazione dei Sette potrebbe cominciare a prendere di mira anche te».

«Se ben ricordo lo hanno già fatto», rispose Aisquith, guardandosi il punto sul petto dove si era soffermata la lucina rossa del puntatore laser. «Ma non temere, sono ben armato. Fortis est veritas».

Kate sorrise; quelle parole evidentemente avevano un significato per lei. «E come la verità è forza, così scientia potentia est».

«La conoscenza è potere», rispose Aisquith.

«Ehi, voi due, scusatemi, ma io non sono stato a Oxford; tutto quello che so l’ho imparato sotto le armi. Quindi cerchiamo di parlare una lingua che tutti capiamo, OK?»

«D’accordo. Ecco quindi un fatto che non richiede alcuna traduzione. Sappiamo che l’Ahnenerbe era ossessionata dalla ricerca del Santo Graal; a quanto pare i discendenti non sono da meno. Non conosco le ragioni che spingono la Fondazione dei Sette a volere questo reperto, ma sono sicuro che hanno a che fare con l’Axe Historique e la creazione della forza Vril», sollevò una mano, imitando un vigile urbano. «E per favore, risparmiatemi le spiritosaggini sui dischi volanti e sui raggi della morte».

«Bene», borbottò Finn che ne aveva una sulla punta della lingua. «Ma ti aspetti veramente che io creda che un branco di discendenti dei nazisti stia pianificando una rentrée? Il Terzo Reich ormai è finito, non ne resta niente; il mio prozio Seamus e tanti altri come lui lo distrussero una sessantina di anni fa», allungò una mano per prendere un’altra lattina.

«E mio nonno, che era uno dei pubblici ministeri al processo di Norimberga, non poté credere ai suoi occhi quando scoprì che i pezzi grossi del partito nazista si consideravano delle incarnazioni, delle divinità in Terra. Infatti, e me lo disse più di una volta, era impossibile ragionare con quelle persone. Quindi è un’ingenuità credere che, finita la guerra, tutto ciò che quella gente aveva di malvagio sia stato completamente sradicato.

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